Regime dei minimi – importanti novità dall’UE

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Regime dei Minimi: possibile innalzamento fino a € 65.000,00.

Con Delibera del 27 novembre, il Consiglio Europeo ha autorizzato ufficialmente tutti gli Stati Membri a prorogare fino al 31 dicembre del 2016 il Regime dei Minimi, in scadenza tecnicamente a fine 2013, e ha aumentato il tetto massimo dei ricavi che si possono fatturare, portandolo dall’attuale € 35.000 al possibile € 65.000,00.

E’ molto plausibile pertanto un aumento dei contribuenti che sceglieranno il cosiddetto Regime dei Minimi, grazie alla possibilità di fatturare ricavi annui per € 65.000,00.

I vantaggi del regime dei minimi

Grazie al regime dei minimi,  i contribuenti usufruiscono, per un massimo di cinque anni, di un’imposta complessiva del 5% sostitutiva di Irpef e addizionali regionali, da calcolare sul volume di affari, calcolato sottraendo al fatturato le spese sostenute nel periodo di imposta.

Ricordiamo che per le spese per i possessori di Iva con il regime dei minimi è valido il principio della competenza. In pratica, tutte le spese che sono strettamente inerenti allo svolgimento delle attività lavorative possono essere dedotte per intero, sottraendole ai ricavi.  Le altre spese, cosiddette promiscue, come telefonia e auto, sono deducibili al 50% ; altre come spese di rappresentanza, sono invece deducibili fino all’ 1,3% dei ricavi.

Entrata in vigore delle disposizioni dell’UE

Le novità indicate dal Consiglio Europeo decorrono dal primo gennaio 2014, è compito ora dell’Italia promulgare le disposizioni dell’UE, attraverso apposita disposizione di legge che modifichi la normativa in materia del Regime dei Minimi, adeguando l’attuale limite di 30 mila euro al prospettato 65 mila.

L’auspicio comune è che il Governo recepisca la direttiva Europea prontamente, favorendo quei contribuenti che possono trarre vantaggio da un minore pressione fiscali e da una serie di agevolazioni, così importanti in un momento in cui si fatica anche a causa di un’eccessiva pressione fiscale.

Considerazioni a margine

Ci si augura che l’Italia, recependo in tempo le indicazioni del Consiglio Europeo,  fornisca la concreta possibilità ai contribuenti di accedere al regime dei minimi agevolato che garantisce:

  • Una pressione fiscale complessiva del 5% sul volume d’affari.
  • Esonero da obblighi di liquidazione e versamento dell’IVa.
  • Esonero da altri obblighi come la registrazione dei corrispettivi e delle fatture emesse.

Un ulteriore importante passo sarebbe, inoltre, adeguare anche le aliquote previdenziali che al momento pesano eccessivamente sui contribuenti.

Regime dei minimi previdenzaI contributi previdenziali per il Regime dei Minimi

I contribuenti  che hanno optato per il regime agevolato dei minimi sono tenuti a versare i contributi previdenziali pari al 27,72% sul reddito annuo, dato dalla differenza tra costi e ricavi, alla gestione separata Inps, a meno che non si è già iscritti ad una apposita Cassa di Previdenza.

Quanto pesa la previdenza su un contribuente minimo:

Ogni anno l’Inps comunica il reddito minimo sul quale calcolare i contributi ai fini pensionistici.

Facciamo un esempio:

Sul reddito minimale del 2013 di € 13.950, 00 si applica l’aliquota del 27,72%. Il contributo minimo da corrispondere, quindi, per vedersi riconosciuto un anno intero di contributi ai fini pensionistici, è di € 3.866,94.

Vale a dire che, rispetto al reddito annuale complessivo, il netto finale che rimane nelle “tasche” del contribuente è decisamente esiguo!

Anche per questo è auspicabile un adeguamento della pressione previdenziale sul contribuente minimo e non solo un adeguamento del tetto massimo fatturabile.