L’internazionalizzazione come opportunità di crescita per la piccola e media impresa italiana.
Quando si parla di progetti di “internazionalizzazione” si pensa spesso alle tante opportunità che le imprese italiane possono cogliere sui mercati esteri. Tra i mercati in evoluzione, ,il mercato asiatico è tra i più dinamici ed interessanti.
Ma quali sono le paure più ricorrenti che frenano molti piccoli – medi imprenditori?
I timori più ricorrenti che si materializzano quando si pensa ad un progetto di internazionalizzazione0 riguardano principalmente:
- Il rischio di contraffazione, purtroppo molto diffuso quando si tratta di prodotti made in Italy.
- Il rischio di vedersi violati i diritti di proprietà industriale ad es. violazione dei diritti di un marchio.
Se è vero che questi rischi sono ancora attuali, c’è da dire che tanto è stato fatto dalle Istituzioni per cercare di combattere il più possibile gli odiosi fenomeni di plagio di marchi, brevetti e di altri azioni di concorrenza scorretta.
Sono piuttosto recenti alcuni risultati significativi in questo senso: la battaglia legale vinta dall’italiana Ermenegildo Zegna contro un’azienda cinese accusata di plagio, alcuni accordi commerciali per la tutela del made in Italy in Cina e Corea del Sud e altri interventi per combattere i fenomeni di domain grabbing e di registrazione di marchi altrui.
Le regole per trasformare i nuovi mercati in reali opportunità:
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Tutelare sempre i segni distintivi dell’azienda e dei suoi prodotti.
Il marchio è il segno distintivo di un’azienda e deve essere tutelato. Per questo è buona norma registrare un marchio nei Paesi di interesse e presidiare affinché nessuno “rubando” l’idea, registri a proprio nome il nostro marchio. Esistono servizi specializzati che consentono di presidiare il marchio e, qualora si verifichino problematiche in questo senso, intervenire attraverso l’azione di opposizione presso la Camera di commercio competente.
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Tutelare sempre i diritti di proprietà intellettuale.
Non solo i diritti legati a marchi e brevetti ma, anche, diritti meritevoli di tutela come modelli ornamentali, innovazioni; senza contare che oggi è possibile tutelare come marchio anche un particolare colore o un package particolarmente innovativo o associabile facilmente ad una marca nota.
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Avvalersi di referenti accreditati.
I canali di relazione sono importanti per una buona riuscita di ogni missione, se non si dispongono di canali referenziati la prima cosa da fare è accreditarsi sul posto.
Il referente sul posto può ad esempio:
- Fare una scrematura e verificare in prima persona la serietà di potenziali partner.
- Presentarci chi realmente potrebbe essere il co-potragonista dell’idea di business.
- Segnalarci eventuali truffatori o, in alcuni casi, riferirci se le aziende con le quali avevamo avuto un primo approccio esistano sul serio.
Le regole per chi desidera importare in Italia
Prima di tutto occorre accertarsi che chi dice di produrre lo faccia realmente e che sia in grado di adattare i suoi prodotti agli standard richiesti dalla Certificazione della Comunità Europea (simbolo CE).
In caso contrario, infatti, è impossibile rivendere i prodotti in Italia!
Definito chi produce e se produce secondo gli standard CE, si procede a intavolare trattative per un accordo di produzione, nel quale i capisaldi saranno:
- Tempi di consegna ed eventuali clausole.
- Modalità di consegna.
Se hai fiutato un affare, prima di inviare il denaro, devi essere sicuro che la merce sarà realmente consegnata e nei tempi stabiliti!